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Il leggendario paroliere Mogol è morto a 88 anni: si chiude un’era della musica italiana
L’Italia piange oggi la scomparsa di Giulio Rapetti, conosciuto da tutti come Mogol, il leggendario paroliere che ha segnato l’età d’oro della musica italiana. Mogol si è spento serenamente all’età di 88 anni, lasciando un’eredità culturale che ha toccato generazioni di amanti della musica.
Nato a Milano il 17 agosto 1936, Mogol è stato la penna dietro alcune delle canzoni più iconiche del panorama musicale italiano, molte delle quali nate dalla sua celebre collaborazione con Lucio Battisti. Il loro sodalizio, durato dagli anni ’60 al 1980, ha dato vita a capolavori intramontabili come “Emozioni”, “La canzone del sole”, e “Il mio canto libero”, diventati pilastri della musica pop italiana. La profondità emotiva e la qualità poetica dei testi di Mogol lo hanno reso una figura venerata nel mondo della canzone, non solo in Italia ma anche all’estero.
Oltre a Battisti, Mogol ha collaborato con numerosi altri artisti, tra cui Mina, Adriano Celentano e Riccardo Cocciante, e ha continuato a essere attivo nell’industria musicale per decenni. È stato anche il fondatore del Centro Europeo di Toscolano (CET), una scuola dedicata alla formazione di nuovi talenti nella musica e nelle arti.
La sua scomparsa rappresenta più della perdita di un artista: è la fine di un’epoca che ha definito l’identità culturale dell’Italia del dopoguerra. Artisti, politici e fan stanno rendendo omaggio alla sua memoria, descrivendolo come “il poeta del popolo” e “la voce dietro le voci”.
Le sue parole continueranno a vivere attraverso le melodie delle sue canzoni, testimoniando per sempre l’anima di un uomo che ha dato voce alla musica italiana. I dettagli del funerale saranno annunciati nei prossimi giorni, mentre il Paese è già unito in un profondo cordoglio.